Arte sacra
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Il martirio di San Sebastiano

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Il martirio di San Sebastiano

     La scena riprende uno dei soggetti più rappresentati nell’arte sacra: il corpo morente del santo martire crivellato dalle frecce scagliate dagli aguzzini, verosimilmente a motivo dell’atrocità del supplizio. Non c’è autore del Rinascimento che non si sia cimentato nel riprodurla. C’è tuttavia anche un motivo storico che motiva l’ampia diffusione della devozione a san Sebastiano ed è che proprio l’atrocità di tale supplizio ha indotto i cristiani colpiti dal flagello della peste a rivolgersi a questo santo per invocarne l’intercessione presso il Padreterno di fronte a questa malattia dolorosissima e un tempo incurabile.
Qui il santo è ripreso nel momento del trapasso fra la vita e la morte e la maestria dell’artista è particolarmente riuscita a cogliere nel movimento plastico del corpo martoriato il distacco dalla vita ed il completo abbandono nelle mani dell’Invisibile.

Il Battesimo del Signore

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  Il Battesimo del Signore

        Nel Battesimo del Signore è rappresento il mistero dell’inizio della vita pubblica di Gesù quando egli decide di sottoporsi alla Legge che prevede il lavacro e la rinascita a vita nuova nell’acqua e nello spirito, nonostante il fatto che Egli ne sia esente, in quanto Figlio di Dio.
Il Battista sta per opporsi al paradosso divino – «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia» - così alla fine accetta e il compiacimento del Padre si manifesta nella teofania: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo!” (Mt 3, 13-17).
Inizia così, dopo i trent’anni di vita nascosta, la vita pubblica di Gesù, destinata a durare molto meno, eppure è quella che meglio conosciamo attraverso i Vangeli. L’obbedienza di Gesù confermata anche in quest’occasione, lo porterà alla morte per coloro che lo crocifiggeranno.
Dall’intensità dello sguardo del Battista sembra di cogliere la sua tenera commozione per l’umiltà del Salvatore, che si piega alla volontà del Padre attraverso la sottomissione ad un gesto di un uomo. D’altra parte Gesù per trent’anni “erat subditus illis” era stato sottomesso ai suoi genitori e quindi si era sottoposto volontariamente alla volontà degli uomini e così, sempre in obbedienza alla volontà del Padre, accetterà l’estremo sacrificio della morte
“mortem autem crucis” e morte di croce.
La plasticità dei movimenti, l’attento studio dell’anatomia dei corpi, il raccoglimento della figura dell’Agnello di Dio, alla cui protezione il battista sa di essere inadeguato, fanno di questa sacra rappresentazione una vera opera d’arte.

 

San Giuseppe Moscati

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San Giuseppe Moscati

   Ed eccoci ai nostri giorni con san Giuseppe Moscati, il santo medico di origine beneventana. La maestria dei nostri artigiani si è cimentata nel riprodurre un santo molto amato a Napoli. In lui si riuniscono le qualità dell’uomo di scienza e quelle dell’uomo buono, forte, premuroso verso gli altri, del santo, insomma. Lo sguardo vivo, intenso, penetrante, che trasfonde una grande umanità, ci allieta il cuore come dovette essere per molta gente, per lo più povera, che egli curò, spesso gratuitamente, dalla sua casa-studio di via Cisterna dell’olio a Napoli. Anche oggi si possono visitare i locali di questa casa e i suoi abiti, la sua biblioteca, in parte presso questi locali e in parte presso una mostra allestita all’interno della Chiesa del Gesù Nuovo a pochi metri dalla prima. È bello sapere che Dio chiama ancora oggi ciascuno nella propria condizione ordinaria – in questo caso il santo è ripreso nel suo abito di lavoro – dalla quale si può amare gli atri e Dio svolgendo bene il proprio lavoro e mettendolo al servizio del prossimo.