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Anno 1 - n.3 - Giugno 2000

   



Pagine di "una notte di mezz'estate"!

Il solstizio d'estate è uno degli avvenimenti cosmici su cui era scandita la vita tradizionale; la luce del sole è al massimo della sua intensità, del suo fulgore e della sua durata (le ore della luce prevalgono nettamente su quelle del buio), eppure l'uomo che vive a contatto con la natura avverte che è un momento di particolare crisi: perché da oggi, impercettibilmente ma inesorabilmente, il tempo della luce comincia a diminuire; sembra che il sole cominci a correre incontro alla sua fine, negando così al mondo l'apporto vitale e benefico della sua luce e del suo calore. Era, per gli uomini delle epoche passate, un timore reale che per noi non ha più alcun motivo cosciente di esistere, ma che tuttavia ha lasciato indelebili tracce nelle immagini del nostro inconscio collettivo. La festa di San Giovanni Battista, in prossimità del solstizio d'estate (il "sogno di una notte di mezz'estate" di William Shakespeare), ha il corrispondente simbolico preciso nella festa di San Giovanni Evangelista, in prossimità del solstizio di inverno. 

Siamo al terzo numero, un numero fatidico, che, senza che ce ne avvedessimo, è uscito in concomitanza con questo straordinario momento cosmico di crisi. Ma si faccia attenzione a questa parola "crisi", che nel linguaggio corrente, spesso semanticamente logoro, comporta una accezione negativa, mentre nel suo significato originario ha una valenza altamente positiva: infatti il vocabolo greco"krisis" significa "giudizio", "scelta", "decisione"; possiamo dunque dire che etimologicamente la "crisi" è il momento della scelta e della verifica: il momento decisivo che segna la crescita mediante la necessità di operare una scelta.

Con il conforto anche del riscontro positivo costituito dall'accoglienza ricevuta dalle nostre pagine telematiche, questo terzo numero per noi rappresenta quindi un momento di crescita: abbiamo già prospettive di collaborazione con studiosi stranieri, i cui lavori avremo il piacere di presentare nel corso del trimestre. Nel frattempo si ampliano anche i nostri orizzonti: tenendo fede a quanto dicevamo nell'editoriale del primo numero, "Non solo presepe", abbiamo intenzione di pubblicare articoli che facciano conoscere la topografia napoletana, i suoi più significativi monumenti, i suoi artisti più e meno celebri, sempre partendo da qualche attinenza con il mondo del presepe, dei pastori, delle botteghe artigianali.

Qualcuno, non senza saggezza, ha osservato che il premio della ricerca, più che nel conseguire una meta, consiste forse nella ricerca stessa: continuiamo nel nostro ricercare, anche se forse non a tutti sarà dato di pervenire alla conquista del Santo Graal.

Augurando ai nostri Lettori una serena estate, diamo loro appuntamento al prossimo editoriale per l'equinozio di autunno.


La Storia di via San Gregorio Armeno e del presepe Napoletano

La caratteristica strada del poetico artigianato presepiale è Via San Gregorio Armeno.Questa strada, nota in tutto il mondo, era detta platea nostriana perchè quì, 

Antonio Lebro