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Anno 1 - n.1 - Dicembre 2000
 

Via San Gregorio Armeno.

Perché non si dimentichi

on sempre, anzi, quasi mai, il cuore di una città pulsa lì dove è il suo centro rappresentativo istituzionale, o dove si distendono le sue vie più eleganti, dal lusso fastoso e raffinato. Così, come l'anima più vera di Roma vibra non a Via del Corso o a Piazza Colonna, ma tra le romantiche rovine del monte Palatino, il cuore di Napoli pulsa non al Vomero o a Palazzo San Giacomo, bensì nella stretta via di San Gregorio Armeno, che secoli di storia resero augusta, tanto che il visitatore impreparato corre il rischio di un vero e proprio tracollo psichico, per le nuove insostenibili emozioni da cui si sente pervaso, sommerso quasi dall'addensarsi dei significati tanto storici quanto archetipici.

Questa via fu già il cardine maggiore dell'antica Neapolis, congiungendo l'agorà, cioè il centro politico, civile e sociale della città, al decumano inferiore, l'arteria longitudinale ricca di vita, di movimento, di traffici. Il tracciato delle antiche strade resta immutato sotto lo stratificarsi delle memorie, sì che è dato cogliere, a chi possiede sufficiente sensibilità, lo spirare di un'anima eterna, pur nel continuo rinnovarsi delle cose.

Questa via è oggi nota al gran pubblico come "via dei presepi", o "via dei pastori", per essere il centro, oltre che della statuaria sacra in legno e cartapesta, di quell'artigianato delle figurine in creta, il cui ricordo toponomastico è conservato da una viuzza tra il decumano e il Grande Archivio, la quale porta il significativo nome di "via dei Figurari".

Ma, nella ricerca dei "pastori", delle figurine con cui popolare il tuo presepe, o passeggiero curioso, non lasciarti sfuggire i segni della memoria, i segni della leggenda e della storia, che sono i tratti distintivi dell'anima d'un popolo.

Italo Sarcone