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Anno 1 - n.4 - Settembre 2001
 

Il tempo del presepe popolare

di

Maria Hubert von Staufer

“La Gran Bretagna non ha niente da offrire nel campo dell’Arte Natalizia”. Questo mi disse un eminente studioso del Natale nel 1984 in Austria.

Dal punto di vista dell’alta arte dei secoli dal XVII al XIX nell’Europa Cattolica, costui aveva ragione. La Gran Bretagna stava ancora soffrendo la repressione che seguiva alla Riforma del XVI secolo e la Guerra Civile del XVII secolo e la repressione Puritana sotto Oliver Cromwell e tutte le arti simili furono ridotte al silenzio. Anche nell’era religiosa della Regina Vittoria, l’Inghilterra protestante importò la sua Natività e le altre arti religiose dall’Italia e dalla Germania. Le vecchie forme d’arte d’Inghilterra furono dimenticate, specialmente le raffinate statue religiose eseguite dagli Alabastrieri di Nottingham nel Medio Evo, e la più prolifica forma artistica della Britannia, il ricamo. Provenendo da un retroterra di Storia della 

Chiesa e Teologia e con una buona reputazione di “Storica del Natale”, mi sentii obbligata a investigare e magari cercare di fare qualcosa su questa faccenda! Lo studio delle diverse opere d’arte in Europa mi mostrò statuette tradizionali; anche l’arte contemporanea era ben sviluppata fatta su linee tradizionali.Gli artisti Britannici di oggi, ne ero sicura, non avrebbero potuto competere con questa ricca tradizione. Ma io ho perseverato e negli ultimi due anni ho potuto scoprire artisti in molte discipline – alcune raffinate, altre popolari – che volevano tutti esprimere il loro senso artistico nell’arte Natalizia, ma nessuno glielo avevo chiesto né si erano sentiti ispirati a farlo.

Il culmine di questo sforzo fu una mostra primaria al prestigioso Centro Barbican a Londra, con circa 200 esempi di arte Natalizia da tutto il mondo, 40 dei quali provenivano dalla Britannia. Mai una simile mostra aveva ricevuto questo status in Britannia in precedenza e interesse di visitatori compresa la Famiglia Reale Britannica, la moglie del Presidente della Russia Gorbachov, Raissa, e la moglie dell’allora segretario di Stato, George Schultz, tutti questi ebbero una visita privata.Una delle più belle 

era una scultura in ardesia di Reg Beetch, uno scalpellino che aveva lavorato nelle principali Cattedrali del Galles e del Regno Unito. Egli aveva realizzato una scultura in stile Celtico dei Re Magi.Tutte le forme artistiche erano rappresentate comprese quelle in legno, vetro, arte di carta, argento e peltro lavorato al martello, pietra e, naturalmente, molti esempi di ricami raffinati Inglesi. Questo succedeva nel 1984. Da allora, l’arte Natalizia moderna e popolare sbocciò e anche le capitali tradizionali dell’arte Natalizia hanno, negli ultimi 18 anni, mostrato alcune idee inusuali nell’arte moderna popolare. Naturalmente l’arte popolare è sempre esistita presso di noi, in alcuni bei lavori, come ad esempio una Natività meccanica in una miniera, con tutte le figure che rappresentano la gente del villaggio e i minatori, che si può vedere nel Museo Popolare di Dresda, e il Presepe del Villaggio Innevato, nel Museo del Giocattolo a Steiffen, nella Germania che veniva chiamata Orientale; alcune cose bizzarre: un eccellente esempio di questi eccessi al Salzburger Landesmuseum in Austria, dove nel XX secolo il cantante lirico Richard Meyer sistemò alcune figure presepiali con tutte le facce, comprese la faccia del Santo Infante e della Vergine Maria, che rappresentava la sua fisionomia! Forse il più attraente di questi presepi popolari è il Szopka Polacco.

Basandosi su secoli di antica tradizione dei trasportatori del “Buone Notizie”, che erano soliti viaggiare da villaggio a villaggio, portando un teatrino simile a una chiesa-portatile e pupazzi con i quali essi avrebbero messo in scena la Storia della Nascita di Cristo, queste “Szopke” sono scene della Natività poste in un modello architettonicamente accurato della Chiesa di Santo Stefano, a Cracovia, con le sue torri gemelle e il suo balcone del coprifuoco (?).Queste sono fatte in tutte le dimensioni da gente di tutta la Polonia e portate alla piazza principale di Cracovia a dicembre per una speciale competizione sponsorizzata dal Museo etnografico. Il vincitore ha il suo presepe custodito ed esposto nel museo, mentre tutto il resto viene venduto in un mercato a fine gara.Anche America e Canada 

hanno cominciato ad avere un impatto nel campo dell’arte presepiale negli anni ’80. Ci sono moderni esempi di Indiani d’America. Uno fatto da un Indiano Canadese, Keena, mostra, invece dei Re Magi, i capi che rappresentano le principali Nazioni Indiane: Inuit, i Piani e le Terre del Legno Indiane, che adorano la mangiatoia, con il Bisonte, la volpe e l’orso, anziché i più tradizionali Bue ed Asinello.Con la Società Anglo-Celtica comincia il primo lavoro in America

 dopo un messaggio di Sua Santità della fine degli anni ’80, che incoraggiava il nostro lavoro e ci esortava a diffondere l’amore al Presepe in tutte le nazioni di lingua Inglese.Sfortunatamente il nostro budget e il numero dei nostri volontari erano troppo limitati per dare 

 più di un piccolo contributo a questo sforzo.Comunque, ispirati dal messaggio di Giovanni Paolo II, abbiamo fatto quello che potevamo per dare un esempio da seguire da parte di quelli più abili di noi e da allora ci siamo dilettati a vedere un Museo di arte presepiale in Australia, dopo che il suo fondatore, il Signor Mullekom, ebbe visitato il mio Museo del Natale a Hakodate, in Giappone. E in America il “Creche Herald” (l’”Eraldo del Presepe”) è un giornale popolare dedicato agli Amici del Presepe, che si è sviluppato da che era un foglietto di notizie, che ho avuto il piacere di incoraggiare al suo inizio. Sicchè anche se la Società di Lingua Inglese non ha influenza in queste aree adesso, è meraviglioso vedere gli “alunni” superare il “professore” in status! Come tradizionalista, la mia inclinazione verso un  presepe di casa di famiglia è ferma alle statuette raffinate che provengono da antiche famiglie artigiane Italiane come la Lepi, ed i presepi di porcellana fatti dalla ditta Spagnola Lladro. Tuttavia non posso resistere ai caratteristici presepi popolari dagli artigiani di villaggio in Europa, con figure vestite in costume regionale o quelli che seguono costumi ancora più antichi di simboli “porta-fortuna”. Nei mercati natalizi di Maiorca, per esempio, l’ultimo anno, ho esplorato le molte bancarelle che vendevano figure tradizionali del presepe e ciò mi ha permesso di aggiungere una stufa con luce elettrica al mio presepe fisso tradizionale. Invece nel villaggio di Portol ho acquistato un presepe d’intonaco bianco, modellato a mano, senza strumenti e dipinto con tagli rossi e verdi seguendo quello che è un costume di “porta-fortuna” per la statuaria locale.

Al culmine della sua popolarità, la Società Anglo-Celtica ha raccolto una collezione di 1.800 articoli di arte presepiale – molti pezzi unici – da tutto il mondo. Con la morte nel 1994 del Padre Domenicano Kevin Mason, Priore di Santa Maria degli Angeli a Cardiff, nel Galles, venne meno la sponsorizzazione e il luogo di convegno per le riunioni della Società ed un piccolo manipolo di volontari hanno continuato ad andare avanti ancora per cinque anni, fino a quando la mancanza di fondi e le cattive condizioni di salute hanno reso impossibile continuare.Nel frattempo seguire la Società 

 è diventato impossibile per me sola, sicchè adesso sto lavorando ad una pagina per appassionati del Natale sul mio sito web che dovrebbe essere pronta per il Natale 2002.Ciò significa che io posso ancora raggiungere gli appassionati di lingua Inglese senza avere il problema di amministrare le iscrizioni, stampare notiziari, eccetera. Il mio sito si trova all’indirizzo www.christmasarchives.com. La collezione del Presepe della Società fu divisa fra il Museo Internazionale del Presepe di Brembo, in Italia, il Felissimo - Museo di Christmas Archives di Hakodate, in Giappone e i quartieri generali della Società in Inghilterra. Adesso, a motivo dell’ulteriore mancanza di spazio, i seicento rimasti nella Società dovranno essere venduti, con una rimanenza di pochi pezzi per il beneficio dei visitatori.

Copyright Maria Hubert von Staufer 2001