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Anno 5 - n.4 - Aprile 2005
 
 

DIALOGO CON I LETTORI

Ancora a proposito di animali

     

                                        

Lidia Iannelli, di cui abbiamo pubblicato, nel numero scorso, la lettera in cui denunciava il barbaro comportamento che l'uomo ancora oggi mantiene verso questi suoi umili compagni di strada, mi ha inviato questa "preghiera del cane", che sta circolando nella rete. Invece di mandarla ai vari indirizzi, credo che sia meglio, ancora una volta, pubblicarla su queste nostre pagine, nella convinzione che l'allestimento del presepe debba essere il segno di un rispetto verso tutte le creature e che ben pochi siano gli aspetti della vita che non trovino in esso espressione. Inoltre, ricordiamo ancora una volta che a Napoli una delle date tradizionali per smontare il presepe e riporre i "pastori" è il 17 gennaio, festa di Sant'Antonio Abate, protettore degli animali. A questo santo è dedicata una chiesa ed un borgo (Borgo Sant'Antonio), all'esterno dell'antica cinta delle mura cittadine. Sul sagrato di questa chiesa, fino a pochi anni fa, secondo una bella tradizione, gli animali erano condotti a ricevere la benedizione del santo, mentre per tutta la città risplendevano i falò per l'occasione innalzati con la roba vecchia di cui i Napoletani volevano disfarsi: soprattutto i vecchi presepi e gli alberi di Natale.
Ma ecco il testo inviatomi da Lidia, che a sua volta lo ha ricevuto da Daniela.


La preghiera del cane

Se un cane potesse pregare pregherebbe così:
- Oh Signore di tutte le creature, fa che l'uomo, mio padrone, sia così fedele verso gli altri uomini, come io gli sono fedele.
- Fa che egli sia affezionato alla sua famiglia ed ai suoi amici, come io gli sono affezionato.
- Fa che egli custodisca onestamente i beni che Tu gli affidi, come onestamente io custodisco i suoi.
- Dagli, o Signore, un sorriso facile e spontaneo, come facile e spontaneo è il mio scodinzolare.
- Fa che egli sia pronto alla gratitudine, come io sono pronto a lambirlo per dimostrarglielo.
- Concedigli una pazienza pari alla mia, io che attendo i suoi ritorni senza lagnarmi.
- Dagli il mio coraggio, la mia prontezza a sacrificare a lui tutto, da ogni comodità fino alla vita stessa.
- Oh Signore di tutte le creature, fa che come io sono sempre veramente cane, egli sia sempre veramente Uomo.


Buon fine settimana per tutti
Daniela

Ringrazio Daniela e Lidia per questo bel testo; una sola osservazione: siamo proprio sicuri che, nel suo muto linguaggio, quando un animale ci rivolge i suoi occhi umidi velati di tristezza, non stia dicendo davvero così?

Italo Sarcone