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Anno3 - n.5 - Luglio 2003
 

EDITORIALE

            Caro lettore,

Cari, pazienti Lettori,
siamo veramente in ritardo per questo numero che doveva vedere la luce il giorno di San Giovanni, il 24 giugno. Si tratta di una festività importante per la Chiesa che ricorda il Precursore di Cristo e per il folclore di molti popoli, essendo situata in prossimità del solstizio di estate, così come la festività dell’altro Giovanni, il discepolo prediletto di Gesù, autore del quarto Evangelo e, secondo la tradizione, dell’Apocalissi, è celebrata in prossimità del solstizio d’inverno. Su questo discorso torneremo, dunque, nel numero di dicembre.
A parziale compenso del nostro ritardo, questo numero è molto ricco; poiché il nostro discorso ci ha condotti spesso a parlare di solstizi e di equinozi, ho chiesto ad uno dei miei migliori studenti, Michele Martone, che ha appena superato, con il massimo dei voti, l’Esame di Stato, di scrivere un articolo che ci aiutasse a ripassare questo importante capitolo della geografia astronomica; l’articolo è scritto dal punto di vista strettamente scientifico, anche se noi di questi eventi abbiamo parlato da un punto di vista tradizionale e simbolico. I due aspetti non sono in contraddizioni: essi devono convivere nella mentalità dell’uomo moderno, il quale non può fare a meno della scienza, che è la sua caratteristica peculiare, ma non deve dimenticare ciò che fu creduto, per non disumanizzare la sua scienza; anche su questo argomento ritorneremo: anzi, ci farebbe piacere che i Lettori cominciassero a prendere la parola e a esporci le loro considerazioni e i loro pareri, sia sull’andamento della rivista, sia sulle varie questioni che stiamo affrontando. Per il momento, voglio ricordare una bella frase che ho tratto da un film, di cui purtroppo ricordo solo il titolo italiano, Quando le leggende muoiono; un vecchio capo indiano ammonisce un giovane che ha intenzione di intraprendere la strada dei bianchi: “E’ giusto che cambi, non à giusto che si dimentichi”. Ecco, il senso di questo nostro lavoro, quale che esso sia, è tutto nella volontà che non si dimentichi.
In questo numero accogliamo un’altra gradita e qualificatissima presenza: la professoressa Maria Simonetta De Marinis ha scritto per noi un articolo per presentarci l’opera di Raffaello Sanzio “Lo Sposalizio della Vergine”, nella quale c’è un riferimento ad una tradizione su San Giuseppe, contenuta nei Vangeli apocrifi, che nel prossimo numero riporteremo e commenteremo. La professoressa De Marinis è Ordinario di Storia dell’Arte nei Licei e autrice di pregevoli studi nel campo della sua disciplina; in particolare di un bellissimo libro su Vincenzo Gemito, del quale la pregheremo di parlarci prima o poi sulle pagine della nostra rivista, dal momento che ha promesso (e a questo punto la promessa diventa pubblica) di continuare a darci la sua preziosa collaborazione; le diamo il nostro benvenuto.
Sempre più brava diventa la nostra Tiziana Assante, che, compenetrata dell’impegno preso con i nostri Lettori, si è lanciata con entusiasmo nell’impresa di descriverci, puntata dopo puntata, l’iconografia mariana e, ci sembra, sta svolgendo il suo compito con serietà e competenza: è una giovane studiosa a cui piace la ricerca e mettere per iscritto i risultati della ricerca.
A lode di tutti questi collaboratori devo dire che essi mi avevano fornito il loro materiale in tempo utile perché la rivista vedesse puntualmente la luce; anche lo staff operativo lavora con solerzia; soltanto mia è dunque la responsabilità del ritardo, per il quale non voglio accampare alcuna scusa; voglio soltanto assicurare i Lettori che sto studiando il modo perché questi ritardi non abbiano più a ripetersi, anche in considerazione del fatto che ho un piccolo sogno del cassetto: portare la rivista a dodici numeri l’anno; ne abbiamo la capacità e la possibilità.
Potrete, cari Lettori, verificare la consistenza dei nostri propositi il 12 settembre, festa del Sacro Nome di Maria. Per il momento ti invito a leggere, oltre gli articoli citati, le mie “Considerazioni presepiali” su questo numero.

P.S. Poiché la nostra rivista sta diventando sempre piú un punto di riferimento per molti giovani animati dallo spirito di ricerca, abbiamo deciso di ritornare sui numeri già pubblicati, correggendo le eventuali sviste, gli errori di stampa ed altre manchevolezze. Siete quindi invitati a comunicarci tutti gli errori che incontrerete, per aiutarci a rendere la nostra rivista sempre piú idonea al fine per la quale essa è nata.

Italo Sarcone