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Anno3 - n.5 - Luglio 2003
 

CONSIDERAZIONI PRESEPIALI


Il 21 giugno abbiamo superato la metà dell’anno; anche se il sole sembra farsi più forte, in realtà il tempo della luce insensibilmente, ma inesorabilmente comincia a diminuire; ci vorrà un po’ di tempo, un mese o più, perché ci rendiamo conto che le giornate si vanno accorciando e che andiamo incontro all’autunno.
Ebbene, è tempo di cominciare a pensare al Presepe, al nuovo presepe che costruiremo per il prossimo Natale.
“Come, dirà qualcuno, pensare al presepe proprio ora che stiamo per andare in vacanza, lasciando la città e recandoci in villeggiatura?”
Proprio così: l’amante del presepe non lascia all’improvvisazione del momento la costruzione di quello scenario in cui deve avvenire la Nascita del Bimbo Divino.
A parte il fatto che molte chiese posseggono dei presepi esposti in pianta stabile, che si possono ammirare quando si va in visita ad una città e dai quali può sempre trarsi qualche spunto interessante, girando per monti, per vallate, per boschi, o anche per litorali e spiagge, si possono raccogliere piccoli frammenti di natura, rocce, muschio, rametti, con i quali adornare il presepe; particolarmente indicati a questo fine sono i cardi, che bellissimi fioriscono d’estate, si seccano e si conservano facilmente e conferiscono una nota al contempo realistica e suggestiva al nostro presepe.
Andando in giro, inoltre, si possono incontrare panorami e paesaggi, dai quali trarre qualche spunto almeno per il paesaggio del nostro presepe; si possono fare delle fotografie con questa precisa intenzione; ma se vuoi che i tuoi studi per il presepe siano veramente vivi, caro Lettore, ti do un ulteriore piccolo consiglio: munisciti di matita e taccuino e disegna. Non preoccuparti di seguire le orme di Michelangelo e di De Chirico, pensa solo ad appuntare le tue impressioni e non temere: ad onta di quello che ci si fa credere, non c’è persona che non sia capace di fissare sulla carta con la matita un po’ del proprio mondo interiore.
Credo anche che ormai ti sei accorto che ti sto suggerendo il metodo per trasformarti da turista in pellegrino alla ricerca, anche quando sei in vacanza con tua moglie e il codazzo dei bambini: anzi, tanto meglio se ci sono i bambini, che da te possano apprendere il senso dell’andare e del tornare: ricordi quei bellissimi versi di Thomas Starne Eliot, nei Quattro Quartetti?
“E tutto il senso del nostro andare sarà di tornare al punto di partenza e per la prima volta riconoscere il luogo”.
Se, nell’aggirarti con loro per le città, li conduci ad osservare un presepe in una chiesa, se andando per i prati o per le spiagge li abitui a distinguere il sasso, la conchiglia, il ramoscello che possono andare bene per il tuo presepe, quando, ritornati a casa, farai loro vedere come si mettono a frutto tutti i suggerimenti e gli spunti raccolti per la costruzione del presepe, avrai stabilito una continuità che farà derivare la conoscenza dall’esperienza ed impronterà l’esperienza alla conoscenza: avrai, in poche parole, dato significato al tempo. E avrai capito e fatto capire il reale significato della parola “tradizione”, che spesso è interpretata come il semplice attaccamento al passato e la chiusura mentale ad ogni cambiamento; non è così: “tradizione” viene dal latino tradere che significare “affidare”, “consegnare”; la tradizione dunque à l’atto con cui si consegna, si affida ai successori il patrimonio prezioso delle conoscenze, delle usanze, perché essi lo arricchiscano e, così arricchito, a loro volta lo affidino a coloro che verranno dopo.
Coraggio, dunque, Lettore: al momento di partire, metti nel tuo bagaglio un taccuino, una matita, perché no? gli acquerelli, e non dimenticare una scatola per sassi, fiori, rami e cosette varie.
A settembre ti darò qualche consiglio pratico per la costruzione effettiva del presepe.

P.S. Per darti un piccolo esempio di come anche in estate si possa pensare a questa che per noi napoletani è una passione, ti offro l’immagine di un piccolo presepe, che incontrai nell’anno 1986 nella chiesa di San Giovanni in Foro a Verona: fu con vera commozione che scoprii questo minuscolo presepe costruito dai soldati che combatterono sul fronte della Prima Guerra Mondiale; la cosí detta Grande Guerra fu un avvenimento tragico, con i suoi massacri di vaste dimensioni, ma che fa battere il cuore  di noi Napoletani, concittadini dell’autore della “Canzone del Piave” e del Generale della Vittoria. Non si legga in queste parole l’esaltazione della guerra: amiamo la pace ed esecriamo le guerre presenti e future, ma non possiamo esimerci dal rispetto per coloro che nelle guerre passate hanno versato il sangue per un ideale. Ma anche su questo ritorneremo.

Monumentale chiesa di S.Giovanni in Foro - Porta Borsari - Verona

 
Italo Sarcone