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Anno2 - n.3 - Giugno 2002
 

Il Simbolismo delle Acque (parte seconda)

 

L’acqua, secondo il filosofo greco Talete, è l’elemento originario di cui tutte le cose sono fatte. Sul piano della religione, possiamo ricordare che nella Bibbia, proprio all’inizio della Genesi, lo Spirito di Dio (Ruah Elohim) aleggia sulle acque: l’acqua è dunque l’elemento primordiale, l’unico che coesista con Dio, senza che egli debba crearlo; nella Genesi, appunto, Dio si limita a separare le acque che sono sopra il firmamento dalle acque che sono sotto il firmamento, mentre per quanto riguarda gli altri elementi della natura, si dice espressamente che Dio creò i luminari, creò le creature, creò infine l’uomo.

Ma c’è anche la tradizione del diluvio e la si ritrova come nella Bibbia così nella mitologia greca, oltre che presso molti altri popoli; mediante il diluvio, Dio distrugge l’umanità che si è resa colpevole di troppi delitti. Questa tradizione getta una luce sulla fondamentale ambiguità, alla quale avevamo già accennato, di questo simbolo: l’acqua, immagine stessa della vita, è anche strumento di distruzione. Ma, anche qui, lo spirito opera il ribaltamento: il diluvio stesso, fatto sostanzialmente negativo, si trasforma nella positività dell’inizio; dopo il diluvio vi è una nuova umanità, con la quale Dio stesso stipula un patto, ponendo nel cielo il sigillo dell’arcobaleno; nella mitologia greca la nuova umanità è opera di Deucalione e Pirra i quali, gettandosi alle spalle pietre che si trasformano in uomini e donne, ripopolano il mondo.  

 

 

Si comprende quindi anche il significato dell’aspersione con l’acqua, la quale significa dunque la volontà di riportare la cosa aspersa alla condizione originaria, alla nascita, o rinascita, dalle acque primordiali. E’ lo stesso simbolismo che si ritrova nel sacramento del Battesimo, il quale, in origine, avveniva, come del resto dice la parola stessa (dal greco baptízo, baptizw “immergo”), mediante immersione, cioè con una sorta di annegamento: il neofita, il nuovo “virgulto” cristiano, mediante questo “annegamento”, moriva come uomo vecchio e rinasceva come uomo nuovo.

Lo steso simbolismo si ritrova nella leggenda di Saffo, che si getta nel mare dalla rupe di Leucade, al fine di guarire dall’amore non corrisposto per il bellissimo Faone: correre il rischio dell’annegamento significa superare lo stadio della crisi e rinascere a nuova vita.

 

Italo Sarcone